Pubblicato da Juza (Redazione AutoElettrica101) il 31 Agosto 2020 Grazie a nuovi accordi di interoperabilità, Enel X JuicePass ha superato i 52000 punti di ricarica in Europa, di cui 10000 di proprietà Enel e gli altri 42000 di altri operatori. La maggior parte di queste colonnine non brilla nè per convenienza nè per velocità (molte sono in AC a 22kW), tuttavia la diffusione è abbastanza capillare e possono essere utili per ricariche d'emergenza in zone che non sono coperte da reti di ricarica veloce come Ionity o Tesla Supercharger. Attualmente i prezzi dei punti ricarica accessibili tramite JuicePass sono: nelle stazioni di ricarica in Italia 0.40€/kWh per ricariche su prese in AC (Corrente Alternata), 0.50€/kWh su prese in DC (Corrente Continua) con potenza fino a 50kW e 0.79€/kWh su prese in DC con potenza superiore a 50kW. Nei paesi diversi dall'Italia 0.50€/kWh per ricariche su prese in AC e 0.79€/kWh su prese in DC.
COMMENTI E RISPOSTE
| inviato il 01 Settembre 2020 ore 16:28
“ La maggior parte di queste colonnine non brilla nè per convenienza nè per velocità (molte sono in AC a 22kW), tuttavia la diffusione è abbastanza capillare e possono essere utili per ricariche d'emergenza in zone che non sono coperte da reti di ricarica veloce come Ionity o Tesla Supercharger „ Posso dire che lo trovo un commento poco aderente alla realtà? E' vero, la maggior parte delle colonnine di Enel X sono AC e non "fast" a 50kw, ma è così per tutti gli operatori del mondo tranne 2: Tesla e Ionity. E questo per loro precise strategie commerciali, assolutamente valide per carità, ma senza le colonnine AC diffuse in modo capillare a volte avrai problemi anche con una Tesla (tipo la Puglia per esempio in Italia). Non tutti gli utenti EV hanno una Telsla e non tutti gli utenti EV hanno necessità di fare quotidianamente lunghi viaggi dove le fast o ancora meglio le HPC sono imprescindibili o almeno auspicabili e una rete capillare di AC ti aiuta in questi casi che non sono esattamente rari. |
| inviato il 01 Settembre 2020 ore 18:08
Capisco il tuo punto di vista, però mi sembra difficile da accettare attendere 7/8 ore per una ricarica (la maggior parte delle elettriche in AC carica al massimo a 11kW, e con batterie da 70/80/90kWh i tempi sono questi...). Ci può stare in casi di emergenza, oppure se uno ha la fortuna di avere la colonnina sotto l'ufficio o l'albergo dove alloggia, ma penso che per la mobilità elettrica di massa servano colonnine in DC, come minimo a 100kW (da questo punto Ionity è veramente lungimirante, i 350kW attualmente non sono utilizzabili ma lo saranno tra qualche anno - e così si ritroveranno avanti a tutti gli altri). |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 14:21
Anche io preferirei una rete esclusivamente DC con potenze non inferiori a 150kw, mi pare quasi superfluo da dire. Ma la cosa ha dei costi che al momento hanno deciso di affrontare solo in due al mondo, Tesla e Ionity. Esiste anche la rete "electrify america" ma è pagata da VW come compensazione per il dieslegate, direi che non fa testo come modello di business. E fino a quando la rete di DC non sarà capillare (e non lo sono né Tesla né Ionity, almeno in certe zone d'Italia) ben vengano le colonnine AC che almeno ti permettono di non restare a piedi o di fare comunque dei rabbocchi mentre sei al ristorante o in spiaggia per esempio. Che poi Enel X si deve dare una svegliata e cominciare a installare HPC da 100 / 150 kw come sta facendo Neogy in Alto Adige lo vado dicendo anche io, ma fargli un appunto perché ha tante colonnine AC mi pare ingeneroso. Senza di quelle la mobilità elettrica in Italia non sarebbe mai partita e comunque il modello di sviluppo di rete di ricarica attuale è lo stesso in tutto il mondo con le due eccezioni di cui sopra. Per inciso, visto l'ultimo bilancio di EnelX Italia, è un business in perdita coperto dagli attivi degli altri business di Enel. Meno male che c'è, perché se guardassero solo al breve non ci sarebbero neanche quelle di colonnine. Il tipo con la M3 che ho incontrato a Locorotondo scarico che doveva arrivare al supercharger di Cerignola come ci arrivava? |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 15:07
Però penso che tutto sommato stiamo dicendo la stessa cosa :-) Anch'io ho apprezzato la capillarità di queste colonnine, e appunto il fatto che vadano a "completare" la rete di ricarica là dove mancano Tesla e Ionity. Però penso che nascano da una concezione "vecchia" della mobilità elettrica, quando le auto avevano batterie attorno ai 20kWh (quindi anche con l'AC la carichi in tempi ragionevoli), e sopratutto erano molto più rare, quindi era difficilissimo trovare colonnine occupate. Mi auguro che i futuri sviluppi vadano più verso le DC... e al di fuori dell'Italia, diversi operatori si stanno muovendo in questo senso, sviluppando un modello di bussiness che funziona ( Fastned per citarne uno, con colonnine fino a 350kW, attualmente molto diffuse nei Paesi Bassi e in ampliamento in Germania). |
| inviato il 02 Settembre 2020 ore 15:38
Il futuro sicuramente è quello anche perchè non tutti, sopratutto nelle grandi città, possono ricaricare di notte in garage e quindi la possibilità, anche in città, di fare un pieno velocemente potrà contribuire allo svilupo della mobilità elettrica. D'altra parte se penso come stavamo un po' più di 3 anni fa quando ho preso la prima auto elettrica direi che sono stati fassi passi non dico da gigante ma quasi. Io sono ottimista ;-) |
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